I dolori alle gambe nell’anziano
L’insufficienza venosa peggiora dopo la mezza età, ma prevenire i disturbi e i dolori alle gambe si può e, soprattutto, si deve.
Proprio come accade per le tubature dell’acqua o del gas, anche le vene con il passare del tempo tendono a “perdere i colpi”. I sintomi di un disturbo comune soprattutto dopo la mezza età – ovvero l’insufficienza venosa – che si manifestano a carico degli arti inferiori di uomini e donne, sono facilmente riconoscibili:
- Dolori alle gambe, talvolta associati a prurito, che si accentua a fine giornata
- Gambe pesanti, difficoltà a camminare
- Vene ingrossate, rilevate sottocute, spesso “incordonate” e sclerotiche (in questo caso parliamo di vere e proprie varici)
- Formicolio, intorpidimento
- Edemi a carico di piedi, gambe e caviglie
- Pelle sottile, fragile, che si colora di chiazze rosso-violacee nella zona tra le caviglie e il polpaccio
- Facilità alle ecchimosi, ai lividi, rottura frequente di capillari
Insufficienza venosa moderata e grave
Nei casi più seri questa sintomatologia tende ad aggravarsi rapidamente, dando luogo a flebiti (infiammazione delle vene), emorragie e ulcere che non guariscono, trombosi venose. Queste ultime sono particolarmente pericolose perché i coaguli ematici (o trombi) che si formano in qualunque zona del corpo, gambe incluse, possono facilmente migrare verso organi vitali come polmoni, cuore o cervello e provocare embolie, ictus, infarti.
Tuttavia non bisogna allarmarsi quando non è necessario, infatti nella maggior parte dei casi l’insufficienza venosa si presenta in forma moderata e le conseguenze più serie si possono prevenire con opportune strategie di comportamento e terapie mirate.
Il sistema venoso periferico non cede all’improvviso
L’indebolimento dei vasi sanguigni non avviene mai di punto in bianco, si tratta di un processo che inizia spesso in giovane età senza che ci renda conto. Quando i vasi sono fragili, sottili e poco elastici per natura, o lo diventano presto per fattori quali sovrappeso, una dieta troppo ricca di sale, grassi e zuccheri, fumo, sedentarietà ecc., allora è chiaro che mettendoci anche il fattore età si rischia grosso. La conseguenza è la maggiore probabilità di andare incontro a formazione di varici, di ritrovarsi con caviglie e piedi sempre più gonfi, cianotici e pesanti anche senza aver fatto grandi sforzi, per non parlare dei dolori alle gambe, dei fastidiosi e continui formicolii e del prurito.
I fattori di rischio per la salute delle gambe dell’anziano
Il rischio di insufficienza venosa aumenta nelle donne dopo la menopausa, quando in generale tutto l’apparato cardiocircolatorio – privato dell’azione protettiva degli estrogeni – perde efficienza, e negli uomini dopo i 60-65 anni soprattutto se appartenenti alle seguenti categorie:
- Obesi o gravemente in sovrappeso (perché è molto più faticoso pompare il sangue di ritorno verso il cuore in un corpo “dilatato”)
- Forti tabagisti e bevitori. Sia l’eccesso di alcol che il fumo sono tossici e danneggiano le pareti dei vasi sanguigni
- Diabetici e ipertesi
- Nelle donne un fattore di rischio è rappresentato dalla terapia ormonale sostitutiva per ritardare la menopausa (TOS) e dalle ripetute gravidanze
- Persone sedentarie
- Ex sportivi che abbiano praticato attività fortemente traumatiche per le gambe (ad esempio sollevamento pesi)
- Chi abbia svolto professioni che prevedevano lunghe ore da trascorrere seduti o in piedi
- Chi soffre di diabete I e II e malattie autoimmuni
Il fattore età, unito alla familiarità e agli altri fattori di rischio appena visti, sommati tutti insieme, predispongono in modo importante all’insufficienza venosa, tuttavia è ancora possibile intervenire al fine di ridurre i dolori alle gambe e prevenire i danni più seri.
Circolazione rallentata: le strategie di intervento
Per prima cosa, non appena ci accorge che la circolazione delle gambe appare troppo rallentata, magari quando ci si sveglia la notte a causa dei crampi, oppure le vene appaiono ingrossate anche a riposo e le gambe e i piedi sono spesso gonfi e formicolanti, ci si deve sottoporre ad una visita angiologica specialistica per la diagnosi. Il medico sottoporrà il paziente a rischio ad un esame accurato e ad alcuni test che permetteranno di appurare la reale condizione di salute delle vene.
Due esami tra tutti sono la venografia (o flebografia), una radiografia delle vene ottenuta con o senza mezzo di contrasto, e soprattutto l’ecocolordoppler, una metodica non invasiva che permette di scansionare i vasi in modo da individuare con precisione quelli danneggiati, infiammati e ingrossati.
A quel punto le strategie terapeutiche saranno diversificate a seconda della serietà dell’insufficienza e delle condizioni di salute generali del soggetto “over”. Dal un lato, infatti, si punterà ad una modifica dello stile di vita e delle abitudini per ridurre al minimo l’impatto di tali fattori:
- Smettere di fumare
- Per le donne in menopausa smettere di seguire la TOS
- Iniziare a fare più moto scegliendo attività che stimolino la circolazione delle gambe senza danneggiare i vasi già delicati (ad esempio il nuoto)
- Dimagrire se in sovrappeso
- Mangiare cibi ricchi di antiossidanti e bioflavonoidi
- Indossare calzature idonee a migliorare la spinta plantare
- Applicare prodotti ad uso topico e assumere principi attivi naturali che rinforzino il tono venoso e migliorino la circolazione
- Utilizzare calze a compressione graduata
Tutte queste sono sicuramente strategie vincenti. Esistono anche soluzioni più drastiche, di tipo farmacologico o chirurgico. La laserterapia per l’ablazione delle varici (la tecnica più avanzata è chiamata fotocoagulazione laser endovasale, che permette di evitare la formazione di cicatrici e di ridurre al minimo i postumi del dopo intervento e il versamento di sangue) è una di queste possibili soluzioni.
E’ molto importante, soprattutto quando al disturbo della circolazione periferica si associno altri problemi circolatori e cardiaci, farsi seguire dal proprio medico e dagli specialisti del caso (cardiologo e angiologo), in modo da combinare le terapie in modo efficace. Ma più importante di tutto: mai trascurare i primi sintomi, anche se non si è mai sofferto di disturbi venosi. Infatti, dopo i 60 anni è comunque più probabile che tali problemi insorgano, seppur in forma lieve.
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