Ritenzione idrica e cellulite: ecco cosa fare

Sebbene cellulite e ritenzione idrica siano due processi interconnessi, sono due cose diverse. La ritenzione idrica, fatta eccezione per patologie sistemiche intercorrenti, è dovuta ad un eccesso di ritenzione di liquidi che può essere dovuto a cambiamenti o disfunzioni ormonali, a scorretta alimentazione (eccesso di sodio) e vita sedentaria. Tutte condizioni che portano ad un sovraccarico di lavoro del sistema di drenaggio linfatico, che quindi non riesce ad ottimizzare la propria funzione.

Per smascherare la vera e propria cellulite, anche nelle forme iniziali, basta stringere la pelle tra le dita: si noterà la cosiddetta buccia d’arancia.

La cellulite non è appannaggio solo delle persone obese. Anche se si è magri, si possono avere delle zone di adiposità localizzata favorite da una predisposizione individuale e da cattive abitudini alimentari, vita sedentaria, abiti stretti troppo ecc.

La cellulite non si elimina completamente, ma si può certamente attenuare con una sana alimentazione, apportando correzioni ad abitudini sbagliate e aiutandosi anche con trattamenti di vario genere più specifici: linfodrenaggi, integratori, terapie fisiche ecc.

E non dimentichiamo l’importanza di una regolare attività fisica.

L’attività fisica svolge un ruolo centrale per chi soffre di edema-ritenzione idrica e cellulite. La corsa leggera (jogging) può essere l’attività ideale. Poco impegnativa, facile da farsi quasi ovunque. Ovviamente più l’attività è intensa più i muscoli lavorano, più il sistema venoso e linfatico va sotto pressione favorendo, in casi estremi, l’infiammazione: è quindi bene procedere sempre con attenzione e valutare l’intensità in base alle proprie condizioni fisico-atletiche.

In ogni caso, jogging ad intensità lieve o moderata o una camminata veloce possono essere indicati per la maggior parte delle persone.

Di estrema importanza l’uso di calze elasticizzate specifiche per lo sport: è un consiglio utile per tutti, e assolutamente necessario per chi ha vene varicose ed edema linfatico. Ne esistono diverse in commercio di ottima qualità e molto gradevoli esteticamente.

Non va dimenticato, inoltre, l’uso di scarpe comode con supporto di solette. Anche per queste, in commercio si trova ormai ogni sorta di modello adatto per ogni tipo di piede e di attività.

E’ opportuno evitare di fare jogging su un terreno troppo irregolare o troppo duro (tipo cemento) per evitare possibili rischi muscolo-tendinei. Il tapis roulant può essere un’alternativa nei periodi invernali, magari riducendo l’intensità e la durata dell’attività.

Certo che sì. La spinta al ritorno di sangue e linfa verso il cuore parte proprio da un corretto funzionamento del piede e del polpaccio. Un dismorfismo del piede può quindi produrre un difettoso scarico del sistema veno-linfatico con formazione di edema, pesantezza agli arti inferiori e altri sintomi.

Alcuni studi hanno documentato come la correzione, con solette, di questi difetti consenta un miglioramento dei sintomi e dei segni clinici.

Quanto alla postura scorretta, c’è convinzione abbastanza diffusa che possa causare ritenzione idrica ed edema. Basti pensare, ad esempio, ad una persona che sta seduta con le gambe accavallate per molte ore al giorno: in queste condizioni si possono creare delle compressioni, degli ostacoli che rendono meno efficiente il sistema di drenaggio dei liquidi.

Il linfodrenaggio è un trattamento di sperimentata efficacia, e va eseguito da persone che abbiano una specifica competenza. Tuttavia, si potrebbe partire dal linfodrenaggio per fare un massaggio fai-da-te che possa dare qualche beneficio.

La prima cosa da fare è mettersi in posizione comoda e distesa per qualche minuto, in assoluto relax, facendo anche qualche esercizio di stretching in modo da rilassare i muscoli. Quindi si può passare a un leggero massaggio circolare procedendo dalla parte esterna a quella mediale del piede e della gamba. Come a convergere verso la regione mediale della gamba in prossimità del decorso della vena principale superficiale (grande safena), fino ad arrivare nel cavo del poplite (la parte posteriore del ginocchio). E da qui con lo stesso procedimento dalla parte laterale alla mediale a convergere verso l’inguine.

Gli esperti di linfodrenaggio ci scuseranno, ma questa procedura può essere utile e rilassante. Magari concludendo con una doccia sulle gambe utilizzando prima acqua fresca e poi un po’ più calda.